La moschea dorata dell'Imam Ali in Iraq

Moschea di Iman Ali a Najaf

Uno dei siti religiosi più belli di Iraq è nella città santa di Najaf. Il giorno in cui potremo visitare questo antico paese come normali turisti, non esiterò a visitare questa città santa musulmana che si trova a circa 600 chilometri a sud di Baghdad. ecco il file Moschea Iman Ali, Musulmani sciiti, il terzo santuario più importante al mondo dietro La Mecca e Medina. La storia ci dice che nell'anno 632 il profeta Muhammad morì e alla sua morte ne seguì una lotta su chi sarebbe stato il leader dell'Islam. C'erano due fazioni che alla fine si chiamavano sciiti e sunniti e qui a Najaf la moschea è una delle prime.

La moschea funge da rifugio per la tomba di Iman Ali, cognato di Maometto che è stato fatto martire e santo dai musulmani sciiti. Per questo Najaf è, dalla morte di Ali nel 666 d.C., il suo assassinio, un sito di pellegrinaggio religioso. Per i futuri sciiti questo parente stretto di Maometto doveva essere il suo naturale successore ed è per questo che lo santificarono. Non si sa se sia o meno sepolto qui, forse la sua tomba dopotutto è in Afghanistan, ma la verità è che la moschea è la terza più importante per la comunità musulmana ed è anche una scuola religiosa. E un altro fatto storico, il famoso L'Ayatollah Komeini Ha vissuto in esilio qui tra il '56 e il '78 guidando l'opposizione contro lo Scià dell'Iran. Per quanto riguarda l'edificio, ha subito molti danni e furti per mano del governo iracheno che è sempre stato prevalentemente sunnita almeno fino alla guerra in Iraq.

Porta della moschea di Iman Ali

La moschea è bagnata d'oro e ha 7.777 tessere d'oro puro sulla sua cupola. Ha anche due minareti alti 35 metri, anch'essi dorati e ciascuno con 40mila tessere d'oro. Al suo interno è bello e opulento, con piastrelle a specchio e pareti d'argento e un prezioso tesoro costituito dalle donazioni fattegli da vari sultani. Anche se è dall'esterno, vale la pena vederlo. Spero che duri nel tempo e che possiamo conoscerlo senza paura di calpestare questa parte del mondo.

Foto 1: via Il Sydney Morning Herald

Foto 2: via Agenzia di stampa Taqrib


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